"Sventurata la terra che ha bisogno di eroi"
Bertolt Brecht ("Vita di Galileo" scena 13)
C'è un confine, invisibile ma impenetrabile come un muro, che attraversa il nostro mondo, divide gli stati e separa le genti. È una linea di incomprensione oltre la quale non passano le parole.
Così siamo tutti schierati da una parte o dall'altra di questa linea nella convinzione di essere dalla parte della ragione e troppo spesso, nel cono d'ombra dell'eroe di turno, arriviamo a combattere e ad uccidere per quella che ci raccontano essere l'idea da seguire e la vera religione.
La storia, purtroppo in varie occasioni, ci ha dimostrato, e continua a mostrarci, come difficoltà e mancanza di chiari orizzonti di sviluppo possono portare un gruppo di persone o una intera comunità a trovare la propria identità nella figura di un leader da seguire con incondizionata fiducia: un eroe che, come recita la frase di Bertolt Brecht, è giĆ di per sé indice e ammissione di debolezza di quel sistema sociale.
Il leader-eroe si identifica quindi in un vero e proprio totem che può trovare la sua ragione d'essere generando tabù nell'opinione pubblica. Si rimarcano differenze, si istigano paure e odio, si fissano sanzioni, si rinforzano i confini e si erigono muri; poi si scatenano persecuzioni e guerre contro chi, solo apparentemente, è differente, segue un'altra religione o ha altre idee.
Solo quando non avremo più bisogno di eroi si potrà avere la consapevolezza dell'inconsistenza di questi confini per i quali tanto siè combattuto e sofferto.
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